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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

31 maggio: Rallegrati Maria

Rallegrati Maria alla voce dello Spirto che ti ha annunciato l’amore del Padre. Rallegrati Scrigno di Dio al Dono di Dio che ti ha resa Madre dell’Altissimo Rallegrati Vergine sposa all’amore dello Spirito che ti ha unita per sempre al Padre Rallegrati Maestra di preghiera al soffio del Consolatore  che canta il tuo Magnificat Rallegrati Discepola di Gesù alle parole dello Spirito che risuonano nella voce del Maestro Rallegrati Madre dello Sposo all'Acqua viva che continua a riempire gli otri della nostra vita Rallegrati Donna sotto la croce all’ora del Paraclito effuso dalle labbra e dal cuore di Cristo Rallegrati Madre della chiesa all’opera dello Spirito di cui tu hai ricevuto la primizia. La tua gioia, o Maria, sia la nostra letizia Sii tu il nostro sostegno e il nostro esempio perché restando uniti a Cristo la nostra gioia sia piena. Amen

30 maggio: i dolci nomi di Gesù e Maria

“Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia che il tuo Nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. / Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo,/ poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità/ non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria./  Così voglio fare durante la mia vita e spero particolarmente nell'ora della morte/ per venire a lodare eternamente in Cielo/ il tuo amato nome: "O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria". Così S. Alfonso M. De Liguori si rivolge a Maria.  In questa preghiera comprendiamo il senso del nome di Maria.   Invochiamo il suo nome perché possiamo sentirla sempre presente nella nostra vita, perché possa soccorrerci nei momenti del bisogno, perché ci sia accanto negli ultimi momenti della nostra vita. Il nome di Maria ha tanti significati . Su alcuni (Signora, bella) abbiamo già meditato in questo periodo.  Nel suo nome alcuni ritrovano due significati “or”, luce, più

29 maggio: possiamo venire in cielo

“Andiamo in cerca della città futura” (Eb 13,14): è questa la meta del nostro pellegrinaggio, la conclusione della nostra preghiera. La Madre di Dio ci indica Gesù non solo come un esempio da imitare o un maestro da ascoltare: Lui è il senso, il fine, il premio della nostra corsa.  Se al cristiano togliamo il paradiso, abbiamo tolto tutto. Nello sguardo di Maria, perciò, cogliamo questo desiderio, questo appuntamento che fa da eco alla preghiera dell’Ave Maria. Rivolgendoci alla Madre di Dio concludiamo la nostra preghiera chiedendole di pregare per noi non solo nel presente ma “nell’ora della nostra morte”.  E cos’altro chiediamo nel Salve Regina se non che rivolga a noi i suoi occhi e che ci mostri, dopo quest’esilio, Gesù? La gioia di Maria sarà la nostra letizia, lo lode di Dio la nostra beatitudine. L’ultimo sguardo nel nostro itinerario è alla Vergine Assunta, alla contemplazione della sua gloria immortale. Nella tradizione orientale questo mistero viene raccontato attraverso l’i

28 maggio: seguendo i vostri esempi

Guardando la gloria di Maria non ci sentiamo separati da lei, né la sua beatitudine ci viene presentata come una meta irraggiungibile. Maria non è una star o un premio Nobel da ammirare per poi continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto.  La Madre di Dio ci viene presentata come un esempio da imitare per tutti. Chiunque, guardando a Lei, non dovrebbe scoraggiarsi o pensare che la vita cristiana sia una via per pochi.  Maria è un modello per i cristiani perché lei per prima ha seguito il Signore, «fu la prima e la più perfetta discepola di Cristo» (MC 35). Quali sono gli atteggiamenti di Maria che possiamo imitare nella nostra vita? Ne presentiamo alcuni a partire dai Vangeli di Luca e Giovanni: 1. Maria ascolta la Parola e la custodisce nel cuore 2. Maria prega mentre comprende la sua vocazione, nel magnificat, intercedendo a Cana 3. Maria obbedisce alla Parola di Dio mettendola in pratica 4. Maria sta accanto a Gesù nella grotta di Betlemme, nelle nozze di Cana, mentre pr

27 maggio: Adornata di splendente corona

Il titolo di Regina e Signora rivolto a Maria potrebbe sembrare posticcio poiché le corone poste sul suo capo e su quello del bambino ricordano l'incoronazione della Madonna da parte del Capitolo Vaticano nell'anno 1781.  L'uso di incoronare le immagini della Madre di Dio è attribuito alla predicazione del cappuccino fra Girolamo Paolucci de' Calboli da Forlì (1552-1620).  L'incoronazione della Vergine avveniva al termine di un ciclo di predicazione. Di solito le corone venivano realizzate con l'argento e l'oro donato dai fedeli in segno di penitenza.  Il Capitolo Vaticano accoglieva le domande d’incoronazione solo se accompagnate da documenti che provavano l’antichità, la venerazione e il carattere miracoloso dell'immagine.  La corona posta sul capo della Madre di Dio ha sottolineato un segno che era già presente nell’iconografia stessa. La Madonna, infatti, è dipinta con un mantello di color rosso scuro. Questo colore ottenuto mescolando il rosso con l

26 maggio: Sempre uniti con Lui

Guardando Gesù e Maria ci rivolgiamo alla Madre di Dio col desiderio dii essere uniti al figlio partecipando all'amore che li unisce. Nel Nuovo Testamento tante immagini ci richiamano questo profondo legame che unisce il discepolo col maestro: la vigna e i tralci, le pietre vive dell’unico tempio, il padre misericordioso, le donne che attendono lo sposo, ecc. Siamo chiamati ad essere uniti a Cristo. Gesù, pregando il Padre, prima della sua ora chiede il dono dell’unità per i discepoli: “tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). L’unità con Gesù ci permette di conoscere il Padre e di essere uniti tra noi e con tutta l’umanità. La preghiera alla Madonna di Costantinopoli ci invita innanzitutto a riconoscere l’unità con Cristo come una grazia, un dono che riscopriamo ogni volta nella preghiera e nella vita. Siamo uniti a Cristo perché Lui desidera restare unito a noi:

25 maggio: non siamo mai separati da Lui

"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?" (Rm 8,35). Paolo ci ricorda che l'amore con il quale Gesù ci ama è più forte d ogni difficoltà o paura. Lui è "sempre con noi sino alla fine del mondo" (cf Mt 28,20).  Una solo cosa può separarci da questo amore e dipende da noi, dalla nostra libertà: è l'esperienza del peccato. La parabola del figliol prodigo ci racconta in che maniera l'uomo si allontana dall'amore del Padre. L'esperienza della lontananza da Dio provoca nel cuore dell'uomo un senso di vuoto, amarezza, tristezza, rabbia, ecc.  In Maria noi guardiamo l'amore che unisce Dio alla sua creatura perciò Le chiediamo di aiutarci, attraverso la preghiera che rivolgiamo a Lei, a non separarci anche noi dal Figlio per la nostra colpa. Madre di Dio e madre mia, Maria Madonna di Costantinopoli, che lasciando nella tua cara immagine le lontane

Bentornati!

Carissime sorelle e  fratelli, Bentornati! In questi mesi abbiamo vissuto una nuova esperienza di Chiesa. Ci siamo sentiti comunità cercando tra le macerie delle nostre attività e appuntamenti, delle nostre liturgie e sacramenti, la pietra viva: Gesù Cristo. Lo abbiamo cercato nella preghiera silenziosa e quotidiana, nelle celebrazioni trasmesse in Tv o per radio, nei messaggi quotidiani che ci hanno accompagnato in tutta le quaresima e nel mese di maggio. Mentre un virus ci chiudeva in casa, ci siamo incontrati aprendo porte mai utilizzate e impegnandoci a non lasciare fuori nessuno: fidanzati, genitori, bambini, anziani, ammalati, giovani, ecc. Lo abbiamo incontrato nella carità ininterrotta della mensa e dell’emporio, nella generosità e laboriosità dei giovani, nella condivisione e nel ritorno degli adulti.  Mentre un virus ci distanziava, la carità ci ha uniti in maniera nuova. Lo abbiamo incontrato ogni venerdì nella Scuola della Parola sugli Atti degli apostoli, negli appuntamen

23 maggio: sempre unita col tuo bambino

Nella prima strofa Maria ci è stata presentata come un dono che viene dall’Oriente. Ora siamo invitati ad entrare nel profondo legame che unisce la madre col figlio. Le icone delle Theotokos mostrano sempre la madre col bambino Gesù.  Il legame che ha unito Maria con Gesù è evidente nell' annunciazione  dove alla “piena di grazia” viene detto non solo che il Signore è con lei come nei grandi profeti ma che diventerà la Madre di Dio.  Questo legame viene riconosciuto da Elisabetta che in un'unica benedizione loda la Madre tra tutte e le donne e il figlio, frutto del suo seno. Ci viene descritto nella nascita del Signore dove la Madre di Dio diede alla luce il Figlio di Dio. Anche il vecchio Simeone , dopo aver lodato Dio per la sua salvezza, si rivolgerà a Maria e nel rivelarle la missione del Figlio le dirà “anche a te” congiungendola all'opera di Dio.  Maria è unita al Figlio nel fare la volontà del Padre, nell'ascoltare e mettere in pratica le parole del Figlio, n

22 maggio Ottienici tutte le grazie necessarie

La seconda richiesta è quella di intercedere presso il Figlio.  Cosa dovrebbe chiedere Maria per noi? Spesso ci si rivolge alla Madonna o ai santi per chiedere grazie e doni che vengono dall'alto. In questa preghiera c’è un aggettivo che accompagna la nostra richiesta: “necessari”. Ci sono cose indispensabili per tutta la nostra vita (per l’anima e per il corpo), ma non solo per noi anche per tutta l’umanità. Questa invocazione è particolarmente attuale perché, a volte, si fa fatica a comprendere cosa sia necessario. Questa richiesta richiama l’invocazione “dacci il nostro pane quotidiano” : cosa chiediamo al Padre se non ciò che ci è necessario sapendo che il pane non è solo il cibo per il corpo ma anche per l’anima e che non è solo una richiesta individuale ma è un pane che chiediamo al plurale, cioè per noi, le nostre famiglie, la nostra Città e tutti i nostri fratelli. La parola grazia o grazie richiama il valore della gratuità che accompagna colui che fa il dono e chi lo

21 maggio: mostraci i tuoi occhi

Gli occhi manifestano i nostri stati d’animo e si dirigono verso ciò che attira la nostra attenzione e i nostri interessi. Essi sono  “lo specchio dell’anima”  non solo perché ci comunicano o ci lasciano intravedere emozioni, pensieri, sentimenti ma anche perché ci indicano dove è indirizzato il nostro sguardo. Nell'icona gli occhi sono importanti: lo sono quelli dell’immagine e lo sono quelli di chi osserva. Gli occhi dell’icona non hanno particolari sfumature, non attirano l’attenzione su se stessi, piuttosto ci prendono per mano e ci coinvolgono in un incrocio di sguardi. Particolarmente significativi sono gli occhi della Madre di Dio che, se da una parte  come molte icone,   sono diretti verso colui che li guarda, dall'altra, conducano verso il bambino Gesù. Così gli occhi di Maria sono “sovrani” perché ci comunicano una distanza che viene dal mistero in cui lei è immersa, da una profondità in cui ci perdiamo e da uno splendore che ci affascina. Gli occhi di Maria

20 maggio preghiera a S. Eustachio

O Gesù buon pastore che continui ad illuminare il cammino della tua chiesa  con l'esempio e la parola dei martiri donaci il tuo Spirito perché possiamo raccogliere il testimone di coloro che ci hanno preceduto nella fede. Fa, o Signore, che nella nostra vita e nelle nostre famiglie continui a splendere la fortezza e fermezza della fede che hanno reso Eustachio e la sua famiglia cristiani autentici in una società che ha voluto il martirio cruento della loro fede. O divino Maestro che continui a guidare i nostri passi con la tua Parola e la testimonianza dei martiri rendici operosi nella carità affinché, accogliendo i piccoli e i poveri possiamo essere nella nostra società segno di fiducia e di speranza nell'attesa della tua venuta. Amen (Domenico Giannuzzi) 

19 maggio hai posto un trono in mezzo a noi

La preghiera alla Madonna di Costantinopoli è divisa in tre momenti: alla comune invocazione alla Madre di Dio seguono alcune caratteristiche dell'immagine e due richieste. La prima strofa ci richiama l'antica tradizione dell'arrivo dell'immagine dall'oriente.  Nella preghiera riconosciamo innazitutto che l'immagine di Maria è per la nostra Città un dono venuto da lontano, una presenza provvidenziale con la quale la Madre di Dio ha voluto manifestare un amore preferenziale per la nostra Città. La madre nostra, Maria, è riconosciuta come la Signora, la Madonna che si è degnata di abitare tra noi, ponendo nella nostra Città il suo trono. La processione, la consegna delle chiavi, la corona, il voto delle mezze pezze ci raccontano un legame che ci unisce a Maria che della nostra città è la Signora. Madre di Dio e madre mia, Maria Madonna di Costantinopoli, che lasciando nella tua cara immagine le lontane contrade d’Oriente hai innalzato il tuo trono in m

18 maggio Madonna di Costantinopoli

Questo titolo attribuito a Maria ha un profumo tutto meridionale. Non solo per le origini dell’immagine che richiama le icone bizantine ma anche per i luoghi in cui queste sono state accolte, imitate e venerate (la campania, la puglia, la calabria). Nella icone l’immagine di Cristo, di Maria e dei santi è circondata di un grande mistero. Gli iconografi “scrivevano” le icone tenendo conto di schemi precisi con i quali raccontavano il vangelo. I tratti con i quali vengono dipinti i soggetti religiosi sono “impersonali” e più simbolici perché tutto (colori, forme, oggetti, sguardi, posizioni del corpo) deve richiamare una verità che va oltre il dipinto stesso. Sarà l’arte italiana, con il contributo di Giotto ad “umanizzare” le immagini sacre. Le icone mariane, giunte da Costantinopoli, rappresentano il mistero della maternità di Maria, chiamata Theotokos , la madre di Dio. Maria ha il bambino poggiato sulle gambe, la posizione di entrambi è frontale e lo sguardo è fisso rivolto a ch

18 maggio si ritorna a messa: ma io ho paura. Che faccio?

La notizia sulla possibilità di partecipare a messa ha suscitato diverse reazioni. Il compito di un parroco non può esaurirsi, anche in questo tempo, ad una semplice distribuzione dei sacramenti applicando norme o divieti ma come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (2181) e il diritto canonico (can. 1245): “i fedeli sono tenuti a partecipare all'Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti) o ne siano dispensati dal loro  parroco” . Perciò, dopo aver sentito il consiglio pastorale, con questa lettera vorrei ascoltare con molta cura e attenzione le domande di  alcuni fedeli e provare ad offrire alcune indicazione per una possibile risposta. Richiamo tre principi che possono guidare la nostra coscienza nella scelta di tornare a messa. 1.     Le indicazioni dei vescovi Nel protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo c’è scritto: “ si ricorda la dispensa del precet

16 maggio Maria, Madonna di Costantinopoli

Per tre volte ci rivolgiamo alla Madre di Dio chiamandola per nome e con un titolo che per noi è familiare: Maria, Madonna di Costantinopoli. Questi due nomi rendono ancora più intima la preghiera alla Madre di Dio.  Vorremmo, per un attimo, toglierle la corona per far risuonare in noi, in tutto il loro splendore, le semplici parole del vangelo di Luca: “Il nome della Vergine era Maria" (Lc. 1, 27).  Il nome della madre di Dio era un nome comune.  Era lo stesso della sorella di Mosè e di altre donne presenti nei vangeli: la sorella di Marta e Lazzaro, Maria di Cleopa, Maria di Magdala e la madre di Giacomo e Ioses. Il suo nome è ricco di significati “desiderata, amata, amara, stella del mare, goccia del mare, ecc.”, ma nei vangeli il suo nome è ricordato in relazione a Gesù: “sua madre, non si chiama Maria?” (Mt 13,55). Chiamandola per nome ci sembra di rivolgerle le parole dell’angelo: “non temere, Maria” (Lc 1,30), di esserle accanto come Giuseppe, lo sposo di Maria (Mt 1,16),

15 maggio Madre di Dio e madre mia

Madre di Dio e madre mia Con queste parole, per te volte, ci rivolgiamo alla nostra protettrice. Maria viene invocata con uno dei titoli più antichi nella storia della Chiesa: Madre di Dio, Theotokos . Nell’icona della Madonna di Costantinopoli vediamo Maria con il bambino Gesù. Questa immagine rappresenta non tanto la natività, perché il bambino Gesù non è nella postura e nelle dimensione di un neonato, quanto i l mistero della maternità di Maria che la unisce a suo figlio non solo in un momento ma per tutta la sua vita. La maternità contempliamo nell'annuncio dell’angelo, nella grotta di Betlemme, nella sequela di Cristo, alle nozze di Cana, sotto la croce, accanto a Gesù nella gloria del Padre. Perciò la Theotokos è l’icona della vita di Maria: nella sua immagine è raccontato ciò che la unisce a Dio e ciò che la unisce a noi.  L’età indefinita del bambino ci dice che in Gesù, il figlio di Maria, siamo invitati a riconoscere il Figlio di Dio. Maria è la madre di Dio perché è la

14 maggio Nell'ora della nostra morte

Non sappiamo in che maniera ritorneremo a Dio. Pensando alla morte, certamente non vorremmo restare soli. Ci piacerebbe essere accompagnati in una delle tappe più importanti della nostra vita. È ciò che chiediamo alla Madre di Dio: prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte. Lo chiediamo a Maria perché vorremmo accanto a noi coloro che più amiamo, ci rivolgiamo alla Madre Assunta in cielo perché sia per noi motivo di fiducia e speranza. In questi giorni l'immagine di persone sepolte in solitudine è stato un richiamo sul morire umano e quanto sia importante per noi rendere sempre più umano questo ultimo tratto della nostra esistenza terrena. Chiedere a Maria di pregare per noi nell'ora della nostra morte vuol dire chiederle di starci accanto quando incontreremo Gesù perché anche quell'ora sia l'ora di Dio. C'è un detto antico che invita il sacerdote a celebrare la Messa come fosse "la prima, l'unica, l'ultima" della sua vita. Questo invi

13 maggio... adesso

È bello questo avverbio di tempo:"Adesso".  La protezione di Maria non è un augurio per il futuro, un auspicio o una promessa.  Il fedele che si rivolge a lei sa che la sua preghiera può essere esaudita.  Quando? Adesso!  Non abbiamo bisogno di chiedere a Maria che si realizzino sogni del passato, né desideri futuri. Di lei abbiamo bisogno ora perché "adesso" è il tempo della nostra conversione. Allora preghiamo con fiducia: Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

12 maggio per noi peccatori

Cosa ci spinge a pregare la Madre di Dio?  La consapevolezza di essere peccatori, di esserci allontanati da Dio e il desiderio di voler tornare a lui.  Chiediamo a Maria di pregare per noi, non al posto nostro, ma a nostro favore perché la vita del ritorno a Dio sia facilitata dalla sua intercessione. Se il peccato ci ha allontanato da Dio, la sua protezione ci aiuti a tornare a lui con tutto il cuore. Ci rifugiamo sotto il manto di colei che chiamiamo Madre di misericordia. Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.

18 maggio si ritorna a messa: come ci organizziamo?

Dal 18 maggio sarà possibile ritornare a celebrare l’Eucaristia a porte aperte.  Avvieremo un percorso che terrà conto di tutte le indicazioni dei vescovi italiani e del nostro vescovo a cui vi rimando:  http://www.diocesidialtamura.it/2020/05/13/il-18-maggio-tornano-le-messe-con-i-fedeli-le-disposizioni-della-diocesi/ Alcune indicazioni circa la Cattedrale Norme generali Apertura chiesa : mattino 9.00 – 11.00 / sera 18.00 /20.00 Ingressi : le due porte laterali serviranno unicamente come uscita – quella centrale come entrata.  All'ingresso si troveranno alcuni dispositivi per igienizzare le mani. Sarebbe opportuno arrivare in chiesa almeno qualche minuto prima delle celebrazioni per poter gestire meglio gli ingressi. Chi ha bisogno della pedana potrà entrare ed uscire dal lato destro.  Non sostare sul sagrato   Capienza delle persone : massimo 140 persone. Ognuno potrà sedersi su un banco in posti riservati. Uso delle mascherine : obbligatorio Gli uffici:  per eventuali