Bentornati!
In questi mesi abbiamo vissuto una nuova esperienza di Chiesa.
Ci siamo sentiti comunità cercando tra le macerie delle nostre attività e appuntamenti, delle nostre liturgie e sacramenti, la pietra viva: Gesù Cristo.
Lo abbiamo cercato nella preghiera silenziosa e quotidiana, nelle celebrazioni trasmesse in Tv o per radio, nei messaggi quotidiani che ci hanno accompagnato in tutta le quaresima e nel mese di maggio.
Mentre un virus ci chiudeva in casa, ci siamo incontrati aprendo porte mai utilizzate e impegnandoci a non lasciare fuori nessuno: fidanzati, genitori, bambini, anziani, ammalati, giovani, ecc.
Lo abbiamo incontrato nella carità ininterrotta della mensa e dell’emporio, nella generosità e laboriosità dei giovani, nella condivisione e nel ritorno degli adulti.
Mentre un virus ci distanziava, la carità ci ha uniti in maniera nuova.
Lo abbiamo incontrato ogni venerdì nella Scuola della Parola sugli Atti degli apostoli, negli appuntamenti del consiglio pastorale, dei giovani, per gli educatori e i gruppi parrocchiali.
Mentre un virus minacciava di infettarci, abbiamo scelto di contagiarci con parole e incontri nuovi.
Soprattutto abbiamo reso la nostra parrocchia una grande chiesa domestica costruita con le pietre vive degli sposi, dei genitori, dei figli e dei nonni. Un chiesa viva, casa tra le case.
In questi mesi abbiamo scelto di essere presenti ma non di apparire, di mostrare la chiesa ma senza clericalizzarla, di parlare di Dio cercando di non cedere alla tentazione di parlare al posto di Dio.
Con Cristo, pietra viva, ci siamo sentiti “pietre vive”.
Questa domenica è diversa dalle altre: ha il sapore del ritorno ma anche la consapevolezza che qualcosa è cambiato e sta cambiando anche tra noi.
È una nuova strada, un nuovo segno dei tempi che siamo chiamati a leggere con il dono dello Spirito.
L’Azione Cattolica parrocchiale ha elaborato un “codice etico” che in questo giorno abbiamo voluto consegnare formalmente al nostro Vescovo come contributo della nostra Comunità al cammino della Chiesa Locale. È il nostro modo di continuare a vivere la storia con i nostri carismi, i nostri ministeri, le nostre realtà ecclesiali. Mi piacerebbe che tutti lo facessero proprio.
Siamo chiamati a vivere un tempo in cui intraprendere un cammino in cui nulla è scontato, nulla è da riprendere se non dopo avere riflettuto, pregato e condiviso le nostre scelte. E lo faremo facendo nostri i 4 principi indicatici nel 2013, profeticamente, da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (Il tempo è superiore allo spazio - l’unità prevale sul conflitto - La realtà è più importante dell’idea - Il tutto è superiore alla parte).
Carissimi
Questa seconda fase non è solo per il virus: è una seconda fase anche per noi.
Non lasciamoci prendere dalla tentazione di tornare indietro come se nulla stesse succedendo, dalla ubriacatura di chi vuole dimenticare chiudendo gli occhi sulle proprie responsabilità o dalla miopia di chi si accontenta di vivere solamente il presente.
Siamo chiamati a chiederci, alla luce del Concilio:
- cosa favorisce nei fedeli una partecipazione piena, attiva, consapevole e fruttuosa alla liturgia (SC 14) in cui si respira una comunità che prega e non individui che parlano, cantano, agiscono per tutti e a nome di tutti.
- come continuare la nostra esperienza di Chiesa domestica in cui i genitori sono “per i loro figli i primi maestri della fede” (LG 11)
- come favorire l’uso e l’ascolto delle Sacre Scritture in modo che diventino non solo “la regola suprema della nostra fede” (DV 21) e ma anche la luce per il cammino della comunità
- come ascoltare il grido dei poveri, i bisogni dell’umanità in modo che tutto ciò che “genuinamente umano” “trovi eco nel nostro cuore” (GS 1).
Alla luce di tutto questo riprenderemo, a piccoli passi, il cammino della comunità verificando tutto: la catechesi, i sacramenti, la liturgia, la carità, i nostri ministeri. Tutto con la freschezza e l’entusiasmo di chi intraprende una nuova tappa del cammino.
Sono contento di rivedervi, seppure con una mascherina e più distanti.
Tutto questo ci ricorda che non è finito tutto, ma che ci attende una nuova normalità, un nuovo tempo e una nuova storia che possiamo vivere in pienezza solo se guardiamo a colui che “fa nuove tutte le cose”.
Viviamo questa seconda fase con la gioia di chi si sente “straniero e pellegrino”, facendo nostre le parole del salmista:
“Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83).
Buona domenica
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