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18 maggio si ritorna a messa: ma io ho paura. Che faccio?

La notizia sulla possibilità di partecipare a messa ha suscitato diverse reazioni. Il compito di un parroco non può esaurirsi, anche in questo tempo, ad una semplice distribuzione dei sacramenti applicando norme o divieti ma come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (2181) e il diritto canonico (can. 1245): “i fedeli sono tenuti a partecipare all'Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti) o ne siano dispensati dal loro parroco”.

Perciò, dopo aver sentito il consiglio pastorale, con questa lettera vorrei ascoltare con molta cura e attenzione le domande di alcuni fedeli e provare ad offrire alcune indicazione per una possibile risposta.

Richiamo tre principi che possono guidare la nostra coscienza nella scelta di tornare a messa.

1.   Le indicazioni dei vescovi

Nel protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo c’è scritto: “si ricorda la dispensa del precetto festivo per motivi di età e di salute”. Insieme a tante indicazioni, questa potrebbe risultare secondaria, ma la ritengo, in questo contesto, un principio importante.

“Per motivi di età”: i medici ci hanno detto, in più occasioni, che il covid-19 ha effetti e conseguenze maggiori rispetto all'età. È evidente che, in questo contesto, chi ha un’età dai 70 anni in su non può sentirsi obbligato a partecipare a messa, specialmente se ha pregresse situazioni di salute che lo/la rendono particolarmente fragile.

“Per motivi di salute”: sappiamo che la salute non è soltanto un stato di benessere fisico. L’OMS ha definito la salute “uno stato di completo benessere fisico, mentale, psicologico, emotivo e sociale”. È difficile vivere in un “completo benessere”, però potremmo chiederci se siamo in un possibile stato di benessere. Nel comprenderlo non possiamo prescindere dalle diverse dimensioni della salute umana: fisica, mentale, psicologica, emotiva, sociale (io aggiungerei… spirituale). Perciò se fisicamente sto bene ma sono in uno stato di ansia, di malessere emotivo o penso che lo stato di salute sociale o familiare (abito con genitori anziani o con persone ammalate) in cui vivo siano ancora compromessi, "per motivi di salute" posso ritenermi, attualmente, dispensato dal precetto festivo.

2.      La legge della gradualità

L’obbligo di partecipare alla messa domenicale è un precetto della chiesa (CCC 2042-2043). A questo è possibile applicare con più serenità una gradualità che tiene conto delle situazioni e delle condizioni in cui ci si trova: “Tendere alla pienezza della vita cristiana non significa fare ciò che astrattamente è più perfetto, ma ciò che concretamente è possibile. Non si tratta di abbassare la montagna, ma di camminare verso la vetta con il proprio passo. L’educatore deve proporre obiettivi proporzionati, senza debolezza e senza impazienza. Il primo impegno da esigere è la preghiera, che è possibile a tutti: «Dio non comanda cose impossibili, ma comandando ti impegna a fare quello che puoi, a chiedere quello che non puoi», «e ti aiuta perché tu possa» […] La norma morale è uguale per tutti, ma la responsabilità è propria di ciascuno e proporzionata alla concreta capacità di riconoscere e volere il bene” (Catechismo degli adulti 919.921).

3.      Il primato della coscienza

Sarebbe troppo riduttivo lavarsi le mani dicendo “segui la tua coscienza!”, se prima non ricordiamo a noi stessi che la coscienza per i cristiani non è il luogo della solitudine, dell’autonomia o autosufficienza. Piuttosto è la stanza in cui, nel segreto, incontriamo Dio (cf. Mt 6,6). “Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa' questo, fuggi quest'altro. L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato (cf Rm 2, 14-16)” (GS 16). Qualsiasi indicazione, norma, precetto trova nella coscienza l’ambiente naturale in cui viene accolta e ascoltata per poterci guidare alla comprensione della verità su Dio, su noi stessi, sugli altri, sul mondo.

"Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo - cosa che non è molto indicato fare - allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa". Queste parole del Santo card. Newman ci aiutano a discernere nel rapporto tra le indicazioni dei vescovi e la nostra coscienza.

Il card. Ratzinger, nel commentare questo testo, invitava a leggere questi due brindisi non come contrapposti ma in continuità. È importante questo atteggiamento del cuore. Anche se, attualmente, la nostra coscienza ci indica come cosa buona la necessità di restare a casa e seguire la messa in tv, non sentiamoci in contrapposizione con le indicazioni dei vescovi ma le leggiamo secondo un criterio di continuità. Le loro indicazioni servono a preservare le chiese da eventuali contagi, hanno la funzione di un ricordo per noi: la necessità di vivere il Giorno del Signore e di preparare le nostre chiese ad accogliere i fedeli per la celebrazione dei sacramenti.


Un itinerario per ritornare a Messa

Questi tre riferimenti mi sembrano necessari per il compito indicato dal codice di diritto canonico: “ne siano dispensati dal loro parroco”. Non potendo dare indicazioni personali (anche se per un accompagnamento sono a disposizione) ho pensato di condividere con voi alcuni criteri e, magari, una traccia per un graduale riavvicinamento alla celebrazione dei sacramenti.

1 tappa: se ti stai accorgendo che la domenica sta diventando, per te e la tua famiglia, un giorno come tutti gli altri cerca una modalità per coinvolgere tutti nella preghiera. Ritorna ad ascoltare la messa in TV (senza fare altre cose, fermati, spegni il cellulare, accendi una candela), vivi una preghiera più prolungata prima del pranzo, commenta con i tuoi il vangelo domenicale.

2 tappa: Se esci di casa per la spesa, per una passeggiata solitaria, per altre necessità inizia ad entrare in chiesa. Scegli un giorno qualsiasi, un’ora più tranquilla. Cerca un luogo che ti dà più sicurezza, non preoccuparti di toccare oggetti. Fermati in preghiera, ringrazia il Signore per il dono della sua presenza nella tua vita e nella vita della comunità.

3 tappa: Inizia a partecipare ad una messa (puoi chiedere al parroco i giorni o gli orari meno affollati). Non preoccuparti di fare la comunione. Questa tappa potrebbe essere anche più lunga delle altre.

4 tappa: ricomincia a venire a messa la domenica. Scegli un orario e sii fedele allo stesso.

5 tappa: confessati e fai la comunione.

Se sei un genitore e sei preoccupato per i tuoi bambini, accompagnali in questo itinerario. Abbiamo pensato per loro una messa elle ore 17.00 il sabato pomeriggio. Sarà solo per i bambini e i loro genitori. Quando sarete pronti potete iniziare a partecipare.

Non dimenticare una cosa importante. In questo percorso non sei solo: Gesù, come con i discepoli di Emmaus, si mette al nostro fianco, e cammina con noi, passo dopo passo, fino allo spezzare del pane.


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