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Ringraziamento festa patronale 2021


"Non lasciamoci rubare la festa patronale"

Ringraziamento festa patronale 2021

Carissimi,

Per il secondo anno consecutivo abbiamo celebrato la festa patronale nel tempo della pandemia Covid. Non è stato facile.

Tutti ci auguriamo che i prossimi mesi possano segnare il tramonto di un periodo faticoso, complicato e doloroso.

Ma non possiamo pensare ai lunghi mesi passati come ad un tempo da dimenticare. Dobbiamo chiederci già da ora (forse lo stiamo già facendo) cosa ci ha insegnato questa pandemia? Cosa ha detto anche alle nostre feste patronali?

Permettetemi di riprendere una espressione usata da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: non lasciamoci rubare!

In questo tempo abbiamo dovuto ripensare la festa patronale chiedendoci, come in una barca in tempesta, cosa dovevamo “salvare” della festa. Questi ultimi due anni ci hanno costretto a ridurre il programma, a cancellare eventi, a rivedere le nostre spese ma contemporaneamente ci hanno ricordato che la festa in onore della Madonna è innanzitutto una festa religiosa, una festa in cui la Chiesa si ritrova per ascoltare la Parola di Dio e celebrare l’Eucaristia. Questa piazza è diventata la nostra cattedrale permettendoci di ritrovarci per vivere questo fondamentale atto di fede. Sento il dovere di ringraziare tutti i componenti del Comitato Feste patronali, quanti hanno collaborato all’animazione della liturgia, all’arredo della piazza, al servizio d’ordine. Non lasciamoci rubare la festa patronale da chi vorrebbe ridurla ad una sagra di paese, ad una manifestazione culturale o ad una sterile tradizione.

In questo tempo abbiamo dovuto necessariamente collaborare con tutti: con l’amministrazione comunale, con la polizia municipale, la croce rossa, le diverse associazioni o forze dell’ordine. Grazie a tutti per la disponibilità al dialogo, alla collaborazione e al servizio. In questo tempo è emersa con più intensità la necessità di mettere da parte le opinioni personali e i propri punti di vista per il bene di tutti. Non lasciamoci rubare la festa patronale da chi, per interessi personali o beghe individuali, è sempre alla finestra a criticare senza muovere un passo verso il dialogo e la collaborazione. Questo tempo ci sta insegnando la fatica e l’impegno del “noi”.

In questo tempo è emersa una festa popolare che ha conservato la spiritualità e la devozione alla Madonna. Quanti, seppur con mascherine e distanziamenti, sono entrati in Cattedrale, hanno pregato dinanzi all’immagine della nostra protettrice! In quante case abbiamo collocato l’immagine della Madonna chiedendo che, come un tempo ci ha liberati dalla peste, anche oggi liberasse tutta l’umanità dalla pandemia. In questo anno non abbiamo mai smesso di celebrare la messa in onore della Madonna ogni martedì. Anche con la chiesa chiusa, abbiamo sentito come un bisogno, un impegno profondo quello di non interrompere questa preghiera che ci unisce alla storia del nostro popolo. Abbiamo celebrato la messa senza telecamere o amplificatori, nel silenzio del dolore e dello smarrimento, condividendo la preghiera di chi restava a casa.

La festa in onore della Madonna è espressione della devozione e preghiera di tutta la Chiesa. Perciò, si esprime nelle modalità con le quali viviamo il nostro essere cristiani: l’ascolto obbediente al Vangelo, il discernimento guidato dal ministero del vescovo, la comunione tra i presbiteri e le comunità parrocchiali, la collaborazione tra le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali. Tutto ciò che avviene durante la festa patronale non può prescindere da questo linguaggio, così come non può prescindere dal dono dello Spirito santo e dall’impegno di tutti i battezzati.

Non lasciamoci rubare la festa patronale da chi vorrebbe fare di essa uno spettacolo, un piedistallo in cui emergere o una passerella per le proprie opinioni. Questo tempo ci ha ricordato che la forza della festa è nella sua spiritualità, in una staffetta di preghiera e carità che, di generazione in generazione, fa della tradizione un evento sempre nuovo e capace di comunicare. Non lasciamoci rubare il linguaggio ecclesiale della festa (seppur fragile, a volte contradditorio e faticoso) che la rende così unica rispetto a tutte le altre feste.

Non lasciamoci rubare il linguaggio semplice di chi accende un cero dinanzi ad un immagine, prega il rosario, insegna ai bambini l’”Ave Maria”, condivide un pasto; un linguaggio che non fa stesso rumore di un post, né ha la stessa efficacia di un like, ma va diritto del cuore di Dio.

Infine, in questo tempo, abbiamo ridotto le spese, rivisto manifestazioni e iniziative. Non è stato facile, ma abbiamo dovuto proporzionare le iniziative con i contributi ricevuti dal Comune, dalle persone e dalle famiglie. Questo tempo ci ha insegnato che non possiamo indebitarci per organizzare una festa, non è giusto per qualsiasi festa, tanto meno per quella religiosa. Ci ha insegnato che possiamo vivere la festa patronale senza dover fare “il passo più lungo della gamba”. Non lasciamoci rubare la festa patronale da chi conta i pali dell’illuminazione, il numero dei fuochi o delle bande pretendendo una festa che non corrisponde ai criteri di giustizia, della carità e legalità.

 

Carissimi amici,

ieri durante la messa presieduta dal nostro vescovo abbiamo ricordato le vittime della pandemia Covid che ha anche colpito la nostra Città. Non dimentichiamo anche chi si è impoverito, chi ha subito conseguenze psicologiche e fisiche. A loro dobbiamo questo nostro impegno nel continuare a vivere le nostre feste patronali nella comunione, nella spiritualità, giustizia, carità e legalità.

La festa, così, diventerà una tradizione viva, l’espressione di una Chiesa comunione e missione, un bel messaggio da consegnare a chi verrà dopo di noi.

·        Ritorneremo a veder volare in cielo il pallone;

·        riprenderemo a vivere la nostra processione;

·        rivivremo momenti di festa ma non possiamo dimenticare o girare la pagina come se nulla fosse accaduto.

In questo tempo, Dio non è stato alla finestra a guardarci, è sceso in mezzo a noi, ha continuato a dirci qualcosa: non chiudiamo le orecchie lasciandoci distrarre da altri suoni.

La preghiera che, questa sera, rivolgiamo a Maria è ricca di benedizione e ringraziamento, è semplice e quotidiana, è segnata dal dolore ma ricca di speranza.

Al termine delle nostre feste portiamo con noi la gioia, la libertà e l’amore con cui viviamo le feste religiose e chiediamo al Signore che ci faccia gustare sempre ciò che conta davvero nella vita.

 

Grazie a tutti.

 


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