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Come i pastori e i magi: analfabeti e curiosi

Il tempo di Natale presenta d ue destinatari privilegiati dell’annuncio della nascita del Messia: i pastori e i magi. I primi sono uomini che vivono una condizione di marginalità, poveri e analfabeti. I secondi, si presentano in una condizione economica e culturale differente: possono viaggiare e sono accolti alla corte del Re Erode. Il loro status, però, non colma una lacuna: anche essi non conoscono, non sanno. Hanno un'intuizione, una visione, cercano ma non trovano.  Dinanzi al mistero di Dio, a volte, ci sentiamo come i pastori : completamente analfabeti, assorbiti dalle preoccupazioni quotidiane, occupati dai nostri affanni. Altre volte come i magi : percepiamo qualcosa, cerchiamo ma non abbiamo gli strumenti per parlare di Dio. Abbiamo delle conoscenze culturali, ci siamo fatti delle idee ma ci sentiamo analfabeti rispetto al linguaggio della fede.  Questa condizione ha richiamato alla mia mente tre forme di analfabetismo che mi piacerebbe declinare con la fede...

La Messa al tempo del COVID

  Ciao Saverio [1] , mentre mi chiedevo cosa proporre alla nostra Comunità per il tempo di Avvento mi sono imbattuto nel tuo post su Facebook . Ti domandavi che senso avesse tenere aperte le chiese in questo periodo così complesso a causa dell’emergenza Covid attribuendo questa concessione alla “longa manus” del potere ecclesiastico che, alla fine, riesce sempre ad ottenere ciò che vuole. Non so se le cose siano andate così e, non ti nascondo che, se fosse vero, mi dispiacerebbe molto. Ma vorrei dirti, senza presumere di mutare la tua opinione, perché, secondo me, la scelta di tenere aperte le chiese per le celebrazioni abbia delle conseguenze buone per tutti, non solo per i cristiani. Ma permettimi due premesse: 1.      Sono pienamente d’accordo con te sulla responsabilità che ognuno debba avere nella prevenzione del contagio . Penso che ognuno debba fare tutto il possibile perché non vi siano occasioni di assembramento e che si rispettino le norme igi...

il profumo di Marsiglia

Il profumo di Marsiglia L’orologio a pendolo si destò dalla sua pennichella facendo risuonare i tre rintocchi delle ore pomeridiane mentre dalla culla, posta accanto ad un letto ancora disfatto, si elevavano i primi segni di una prossima assordante richiesta d’aiuto. Sarà per questo motivo che il piagnucolio, come lo sparo di una pistola all’inizio di una corsa, aveva destato tutti dalla propria postazione. Il primo ad arrivare era stato Riccardo. Non poteva essere altrimenti: era l’unico che non riposava nelle ore pomeridiane. La playstation era la sua passione. Appoggiato alle sbarre della culla cercava di consolare la sorellina ricoprendola di baci. Fu subito raggiunto dalle gambe meno agili della nonna che, con la voce ancora rauca, lanciò un grido: “che fai?”. La domanda chiara e minacciosa aveva destato la curiosità di Riccardo facendolo balzare in un “attenti!” senza sapere da cosa, questa volta, avrebbe dovuto nascondersi o difendersi. “Non lo sai che i bambini si baci...

Ringraziamento in occasione del XXV anniversario ordinazione presbiterale

L’“eccomi” pronunciato da Marino in questa piazza ci ha legati intimamente ai tanti “eccomi” pronunciati nella storia della salvezza e della chiesa. Tra questi emerge, con una sovrabbondanza di grazia, quello di Maria, la Madre di Dio. In una semplice casa di un piccolo paese in un giorno qualsiasi, la vergine di Nazareth ha detto il suo “eccomi” aprendo il cuore, la mente, il corpo alla presenza del Figlio di Dio.  La trepidazione e la disponibilità del primo “eccomi” di Maria ci richiama alla mente quella degli apostoli presso il lago di Genesareth, quando, lasciato tutto, seguirono subito il Signore. Questa sera siamo molto felici perché questa parola, pronunciata da un giovane della nostra Comunità, ci permette di amplificare la nostra disponibilità richiamando alla mente le storie e vite di ognuno di noi. Ciò che è avvenuto nella piccola casa di Nazareth, sulle sponde del lago di Tiberiade, nel cuore di tante donne e uomini seguaci di Gesù, ciò che è avvenuto nel nostro cuor...

31 maggio: Rallegrati Maria

Rallegrati Maria alla voce dello Spirto che ti ha annunciato l’amore del Padre. Rallegrati Scrigno di Dio al Dono di Dio che ti ha resa Madre dell’Altissimo Rallegrati Vergine sposa all’amore dello Spirito che ti ha unita per sempre al Padre Rallegrati Maestra di preghiera al soffio del Consolatore  che canta il tuo Magnificat Rallegrati Discepola di Gesù alle parole dello Spirito che risuonano nella voce del Maestro Rallegrati Madre dello Sposo all'Acqua viva che continua a riempire gli otri della nostra vita Rallegrati Donna sotto la croce all’ora del Paraclito effuso dalle labbra e dal cuore di Cristo Rallegrati Madre della chiesa all’opera dello Spirito di cui tu hai ricevuto la primizia. La tua gioia, o Maria, sia la nostra letizia Sii tu il nostro sostegno e il nostro esempio perché restando uniti a Cristo la nostra gioia sia piena. Amen

30 maggio: i dolci nomi di Gesù e Maria

“Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia che il tuo Nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita. / Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo,/ poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità/ non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria./  Così voglio fare durante la mia vita e spero particolarmente nell'ora della morte/ per venire a lodare eternamente in Cielo/ il tuo amato nome: "O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria". Così S. Alfonso M. De Liguori si rivolge a Maria.  In questa preghiera comprendiamo il senso del nome di Maria.   Invochiamo il suo nome perché possiamo sentirla sempre presente nella nostra vita, perché possa soccorrerci nei momenti del bisogno, perché ci sia accanto negli ultimi momenti della nostra vita. Il nome di Maria ha tanti significati . Su alcuni (Signora, bella) abbiamo già meditato in questo periodo.  Nel suo nome alcuni ritrovano due significati “or”, luce...

29 maggio: possiamo venire in cielo

“Andiamo in cerca della città futura” (Eb 13,14): è questa la meta del nostro pellegrinaggio, la conclusione della nostra preghiera. La Madre di Dio ci indica Gesù non solo come un esempio da imitare o un maestro da ascoltare: Lui è il senso, il fine, il premio della nostra corsa.  Se al cristiano togliamo il paradiso, abbiamo tolto tutto. Nello sguardo di Maria, perciò, cogliamo questo desiderio, questo appuntamento che fa da eco alla preghiera dell’Ave Maria. Rivolgendoci alla Madre di Dio concludiamo la nostra preghiera chiedendole di pregare per noi non solo nel presente ma “nell’ora della nostra morte”.  E cos’altro chiediamo nel Salve Regina se non che rivolga a noi i suoi occhi e che ci mostri, dopo quest’esilio, Gesù? La gioia di Maria sarà la nostra letizia, lo lode di Dio la nostra beatitudine. L’ultimo sguardo nel nostro itinerario è alla Vergine Assunta, alla contemplazione della sua gloria immortale. Nella tradizione orientale questo mistero viene raccontato attra...