Cara Valeria*,
domenica scorsa, durante la
trasmissione televisiva “Protestantesimo” ci si interrogava sul ruolo della
donna nella Chiesa. Hanno intervistato pastori donne, teologhe, suore, ecc.
Subito dopo sono andato a
celebrare. Questo pensiero è stato amplificato dall’invito “fratelli e sorelle”
aggiunto al Messale Romano.
Osservando le diverse assemblee
domenicali era evidente che il numero delle donne presenti fosse di gran lunga
superiore a quello degli uomini. Ma, seppure “la quota rosa” fosse soddisfatta,
tutto ciò non ha messo a tacere una sorta di inquietudine che la domanda sulla
presenza e ruolo della donna nella chiesa mi ha sempre lasciato.
Molti ambiti della vita della
parrocchia sono affidati alle donne: dal canto alla preparazione dei pasti caritas,
dalla catechesi alla cura di ambienti e fiori, dalla guida di gruppi al centro “Granelli
di senape”.
Non so, però, se il criterio
numerico sia sufficiente per dire che nelle nostre chiese ci siano canali in
cui la spiritualità, il carattere, la sensibilità femminile si esprime
pienamente.
Perciò, ho pensato di scriverti
questa lettera. Per chiederti un aiuto. Non nella collaborazione in attività o
iniziative ma nel discernimento.
Mi chiedo che cosa favorirebbe
una maggiore espressione della donna nella vita della Comunità. Ti pongo questa
domanda perché mi accorgo che ci sono ambiti in cui, quasi istintivamente, le
donne cristiane non si inseriscono (o non sono incluse), penso a quello
amministrativo, organizzativo, decisionale, politico o mi viene in mente quello
dell’annuncio del vangelo, della “predicazione”, della missionarietà.
Sarebbe bello, inoltre, se alcuni
servizi affidati da sempre a poche persone (l’addobbo floreale della chiesa, la
cura degli spazi, l’accoglienza negli uffici) fossero una occasione per una
maggiore collaborazione.
Mi piace molto il testo del
vangelo di Luca in cui è scritto che con Gesù e i discepoli c’erano alcune
donne che li servivano con i loro beni (cf. 8,1-3). Il verbo usato da Luca è diakonein (servire), lo stesso usato per
i diaconi. Certamente non mi stupirebbe una forma di ministero e sacramento ma
mi dispiacerebbe se si pensasse nella chiesa ad un ministero diaconale come una
imitazione di un servizio “maschile”. In fondo, anche nella Chiesa antica le
diaconesse (menzionate dallo stesso Paolo in Rm 16,1) avevano compiti specifici (es. nel rito del battesimo delle donne). Sarebbe bello, per es., affidare a più donne la
preparazione dei battesimi dei bambini. Sicuramente le mamme comprenderebbero
meglio come annunciare il Vangelo a chi è in attesa di un bambino o lo ha
appena messo alla luce.
Cara Valeria,
pensavo queste cose e mi sono
accorto che siamo nel tempo di preparazione alla novena dell’Immacolata. Cosa sarebbe
la Chiesa senza Maria? I vangeli di Luca e Giovanni, seppur nella sobrietà del
loro linguaggio, ci presentano Maria dall'inizio alla fine della storia di
Gesù. A lei il Maestro affida i suoi discepoli e, da allora, non c’è un'epoca o
un luogo che non sia segnato dalla sua presenza. La tradizione popolare ne è
testimone. Non c’è un paese in cui non vi sia, non solo una chiesa intitolata alla
Madre di Dio, ma anche il racconto di un suo intervento miracoloso. Noi di
Acquaviva lo sappiamo bene!
Ora non vorrei farti una predica,
anzi, mi piacerebbe che rileggessi la vita di Maria come un esempio di donna
che realizza il progetto di Dio. Probabilmente riscopriresti in lei la capacità
di ascolto, lo spirito di intraprendenza, lo sguardo misericordioso verso chi è
nel bisogno, la tenerezza verso Gesù e i suoi discepoli. Io ho imparato a farlo
leggendo il libro di don Tonino Bello “Maria, donna dei nostri giorni”. Mi
sembra ancora di sentire la sua voce: “Maria, la vogliamo sentire così. Di
casa. Mentre parla il nostro dialetto. Esperta di tradizioni antiche e usanze
popolari. Vogliamo vederla così. Immersa nella cronaca paesana. Con gli abiti
del nostro tempo. Che non mette soggezione a nessuno. Che si guadagna il pane
come le altre. Che parcheggia la macchina accanto alla nostra. Donna di ogni
età: a cui tutte le figlie di Eva, quale che sia la stagione della loro vita,
possano sentirsi vicine”.
Ti ringrazio per aver prestato
attenzione ad alcuni pensieri forse anche un po’ slegati tra loro. Mi auguro
che abbiamo lasciato in te un po’ della inquietudine e delle domande che porto
da tempo nel mio cuore.
Un tempo le nostre chiese erano
arricchite dalla presenza di tante ragazze. Il loro entusiasmo, la loro
giovialità e disponibilità portavano una vivacità che oggi non respiriamo più. Non
ti nascondo che, spesso, nella preghiera, mi capita di chiedere al Signore di
mandare più operaie nella sua messe perché anche di queste, oggi la Chiesa e il mondo
hanno bisogno.
Seconda domenica di Avvento
Un caro saluto
d. Mimmo
*Il nome non corrisponde ad una persona particolare
è vero perché i ruoli assunti dalle donne nel ministero sono evidenti nella Chiesa. Attraverso i preparativi della messa, i servizi della Caritas, i pasti della Caritas, ecc. Possa Dio continuare a benedire le donne nella Chiesa.
RispondiEliminaOkoli Christian Ugochukwu.
è vero perché i ruoli assunti dalle donne nel ministero sono evidenti nella Chiesa. Attraverso i preparativi della messa, i servizi della Caritas, i pasti della Caritas, ecc. Possa Dio continuare a benedire le donne nella Chiesa.
RispondiEliminaOkoli Christian Ugochukwu.